Strategie vincenti di un maratoneta esperto di PNL
Se vogliamo rendere proficuo il nostro cammino verso l’eccellenza e il nostro sviluppo personale dobbiamo essere consapevoli che tutti noi abbiamo delle abitudini, cioé dei modi di comportarci che mettiamo in atto meccanicamente.
Queste abitudini in PNL si chiamano strategie e sono una serie di comportamenti e pensieri che utilizziamo sulla base di nostre convinzioni e su una determinata percezione che abbiamo di noi stessi.
Ora se vogliamo migliorare in un determinato campo, prima di tutto dobbiamo avere la capacità di osservare le nostre stesse strategie, come se fossimo all’esterno, come se fossimo spettatori di noi stessi. In tal modo saremo subito in grado di mettere in risalto gli errori che commettiamo, gli stati mentali e le convinzioni limitanti che ci portano a sbagliare.
A proposito di questo, voglio raccontarti cosa è accaduto a me tempo fa.
In tarda primavera, l’anno scorso, ho deciso, dopo anni di inattività, di andare a correre. Il mio intento era quello di cominciare a sentirmi meglio, sciogliendo un po’ i muscoli e magari facendo anche un po’ di dieta, di perdere qualche chilo.
Ti anticipo che dopo soli 2 mesi avevo perso 8 chili e mi sentivo molto meglio!Per diverse settimane, sono andato a correre da solo, compiendo un percorso di circa 6 chilometri. Il mio problema principale era che, dopo poco che correvo sentivo dei dolori alle gambe, e pur avendo fiato, a causa dei dolori, mi davo mentalmente un obiettivo intermedio, tipo arrivare ad un incrocio, e regolarmente mi fermavo prima di arrivare all’obiettivo intermedio prefissato.
Ho continuato così per diverse settimane, e nonostante questo stavo meglio fisicamente ma non ero soddisfatto!
Avrei voluto, poter concludere l’intero percorso di 6 chilometri senza mai fermarmi.
Una sera, dopo il lavoro, sono andato a correre e mi sono detto: “Devo assolutamente analizzare i miei comportamenti e capire come mai sono costretto a fermarmi in continuazione. In fondo ho fiato, mi sento allenato! Qual’è il problema?”.
Quindi parto, percorro, circa 2 chilometri e inizio a sentire i soliti dolorini. A questo punto, noto che oltre a fissare mentalmente il mio obiettivo, alzo lo sguardo e verifico quanta strada manca.
Incomincio a pensare al mio traguardo intermedio e tra me e me mi dico: “Cavolo! Mi fanno proprio male le gambe!”
Dopodiché rallento il ritmo e con un senso di frustrazione mi fermo un po’ prima del traguardo. Mi massaggio le gambe e senza fermarmi riprendo a passo lento.
Poi incomincio a correre e prima di concludere il giro, sono costretto ad un altro stop.
{In PNL si direbbe che la mia strategia è: (Visivo esterno) -> (Auditivo/Dialogo Interno) -> (Cinestesico Interno)}
Un giorno, uscito dal lavoro, incontro un mio amico che so essere un buon corridore che ha più volte partecipato ad alcune maratone.
Gli parlo di questo mio problema e lui senza esitazione, mi dice: “Domani sera, andiamo insieme a correre!”
Io ovviamente, preoccupato dalla differenza di preparazione fisica, cerco di svicolarmi, ma lui insiste e quindi concordiamo per il giorno seguente.La sera dopo, andiamo insieme a correre e puntualmente mi capita la solita cosa, il mio amico, senza dire una parola, continua a correre e mi molla lì.
A quel punto, contrariato da quanto successo, dopo la breve sosta, riprendo a correre. Nel frattempo il mio amico si era fermato, io lo raggiungo e continuiamo a correre insieme.
Nel tratto successivo, fino all’arrivo, mentre corriamo, comincio ad osservarlo e noto che ogni tanto, abbassa lo sguardo quasi a guardare solo i suoi piedi, mantenendo il suo ritmo senza rallentare.Allora una volta arrivati, oltre a dirgli che mi sarei aspettato che mi aiutasse quando mi sono fermato, gli chiedo: “Come mai ogni tanto abbassavi lo sguardo?”
E lui, con un sorriso, mi risponde: “Mi capita, quando sono poco allenato, di avvertire dei piccoli dolori ai polpacci e per non farmi condizionare da questi, mi concentro sul mio passo, sul rumore che producono i miei piedi e sul ritmo regolare che hanno e tra me e me ripeto che più mi fanno male i polpacci e più facilmente riprenderò la mia forma e l’allenamento!”. In questo modo – continua – mi sento soddisfatto di quello che faccio e riesco a continuare fino alla fine.
Un po’ stupito lo saluto e torniamo ognuno a casa propria. Nel tragitto penso a quello che mi ha detto e estraggo questa strategia:
{(Visivo esterno) -> (Auditivo esterno) -> (Auditivo interno) -> (Cinestesico Interno)}
Con il mio amico, nelle sere successive abbiamo corso insieme spesso, e da allora, applicando la sua strategia, nel mio percorso di 6 chilometri, sono riuscito a compiere tutto il tragitto senza fermarmi!
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