Le sottomodalità
Ciao,
leggendo i miei post hai già visto e compreso che ognuno di noi fa esperienza della realtà (e di conseguenza comunica) attraverso i sistemi rappresentazionali e in particolare attraverso tre sistemi principali:
V – Visivo;
A – Auditivo;
K – Cinestesico.
E pertanto, saper riconoscere il sistema rappresentazionale di un nostro interlocutore, ci permette di capire come ragiona e soprattutto ci permette di comunicare meglio!
D’altra parte, se provi a descrivere un qualsiasi fatto che ti è accaduto, usando un solo sistema rappresentazionale, scoprirai come, in qualche modo, l’esperienza della realtà sia “malleabile” e modificabile.
L’esperienza della realtà, quindi, è modificata, già semplicemente, per il fatto stesso che usiamo solo alcuni dei nostri cinque sensi per descriverla e per memorizzarla.
E’ importante saper lavorare su questi aspetti per imparare a comunicare, ma le cose, mi dispiace dirtelo, non sono così semplici…
Perché non solo abbiamo i nostri sistemi rappresentazionali, ma in più esistono le sottomodalità.
Provo a dare una definizione di sottomodalità:
Le sottomodalità sono quegli elementi di ogni sistema rappresentazionale che specificano e danno maggior dettaglio al sistema stesso e contribuiscono all’attribuzione di significato.
Per chiarire il concetto prova a pensare ad una scena di un film nella quale si vuole creare della suspense: le immagini sono buie, la musica è tetra con toni bassi, i primi piani improvvisi, tutto è creato ad arte per provocare sensazioni di angoscia, paura e sgomento. Se semplicemente illuminassimo le scene, inserendo suoni e musiche allegri, ritmati come un cartone animato, quella stessa scena avrebbe un effetto su di noi di certo molto diverso.
Quindi le sottomodalità di un sistema rappresentazionale ci aiutano ad attribuire un significato più preciso a quello che viene “rappresentato” e variando la sottomodalità in un sistema, la rappresentazione si modifica. Così come si modifica il significato che attribuiamo e la sensazione che associamo a quella stessa rappresentazione.
Infine, tra le tante sottomodalità di un sistema rappresentazionale, ne esiste sempre una più “critica” delle altre, variando la quale si ottengono variazioni più sostanziali della rappresentazione stessa e del significato che le attribuiamo.
Di seguito un elenco delle sottomodalità:
Sottomodalità visive.
Luminosità
Stabilità orizzontale – verticale
Dimensione
Colore – bianco/nero
Prospettiva – punto di vista
Saturazione – vivacità
Associata – dissociata
Sfumature – bilanciamento del colore
Primo piano – sfondo
Forme – contesto
Collocazione
Frequenza
Primo piano – panoramica
Contrasto
Rapporto altezza-larghezza
Chiarezza
Orientamento (inclinazione, rotazione)
Messa a fuoco
Densità – granulosità
Direzione
Ingrandimento
Tridimensionalità
Sottomodalità auditive.
tempo (velocità)
Distanza
Volume
Ritmo
Suono continuo o interrotto
Chiarezza
Timbro o tonalità
Suono associato-dissociato
Durata
Fonte esterna o interna
Localizzazione
Mono o stereo
Sottomodalità cinestesiche.
Pressione
Movimento
Localizzazione
Durata
Ampiezza
Intensità
Grana
Forma
Temperatura
Frequenza (tempo)numero
Bene.. a questo punto prova a lavorare su te stesso, prova a pensare ad una situazione che ti è capitata e che ancora oggi ripensandoci ti provoca amarezza e fastidio. Prova ad esempio a pensare ad un diverbio avuto con il tuo capo a lavoro o una discussione in famiglia.
Oltre che l’immagine, i suoni e le sensazioni, prova a ricordare nello specifico le sottomodalità dell’immagine, dei suoni ecc e prova a variarli, a modificare enfatizzando o diminuendo alcune particolari sottomodalità e prova a verificare cosa vedi, cosa senti e quali sono le tue sensazioni.
Pratica, pratica, pratica!
Un saluto
Salvatore