Cambiare lavoro
Cambiare lavoro? La sveglia che ogni mattina viene rinviata più volte prima di alzarsi, lo scoramento della domenica sera, l’aggressività sul lavoro: ecco come capire che è ora di voltar pagina.
Di seguito trovi i 10 indicatori che ti faranno capire se è arrivato il momento di cambiare lavoro.
1. INSOFFERENZA NELL’ANDARE AL LAVORO. Se al mattino faticate a sollevare le stanche membra dal letto, non è solo a causa del sonno. Se quando salite in auto, o sul treno, vi viene il magone al pensiero di dover trascorrere otto ore lavorative, forse è ora di pensare che non siete condannati a soffrire. Aumentano le ore di assenza, una lieve influenza vi spinge a chiamare il medico per un certificato, ciò che succede al lavoro non vi interessa. Un buon metodo per capire se il malessere è dato proprio dal lavoro, è pensare a quando non siete sul posto di lavoro: come state? Siete felici? E dopo un periodo di assenza, per malattia o ferie, ne sentite la mancanza? Incominciate a domandarvi se è arrivato il momento di cambiare lavoro?
2. DESIDERIO DI CAMBIARE. Subito dopo l’insofferenza arriva il desiderio di cambiare. Può essere voglia di cambiare mansione all’interno dell’azienda o addirittura di cambiare lavoro o semplicemente voglia di riequilibrare la vostra vita tra lavoro e tempo libero. Potete riconoscerlo perché vi ritrovate più volte a sognare ad occhi aperti, ad immaginare la vostra vita più gratificante e interessante magari in un altro contesto. Quelli che inizialmente sono semplici sogni, prendono via via consistenza sino a diventare desideri e poi, nei casi più fortunati, progetti.
3. ALTO LIVELLO DI PETTEGOLEZZO. Il pettegolezzo serve a sfogarsi, a volte è visto come l’unico modo di reagire e sentirsi meno impotenti. Per quel che ne so, un certo livello di pettegolezzo nei confronti del proprio datore di lavoro è comprensibile, ma diventa sintomo di un problema quando interferisce sull’attività lavorativa o nel rapporto tra i colleghi. Se sentite un irrefrenabile impulso nei confronti di questo genere di scambio di opinioni, potete iniziare a mettere in dubbio o la vostra integrità morale oppure la qualità del contesto lavorativo in cui operate.
4. COVARE RISENTIMENTO VERSO L’ORGANIZZAZIONE. Il pettegolezzo è spesso legato al risentimento. Se sopportate malvolentieri le persone che lavorano al vostro fianco, o quelle che vi coordinano, o i vostri clienti/pazienti/utenti, come possiamo pensare che questo sia il lavoro che fa per voi? Nessuno di noi gradisce trascorrere circa otto ore quotidiane con persone che non stima. In alcuni casi il risentimento si manifesta con aggressività non giustificata, scatti di rabbia che non hanno un reale motivo di esistere, se non il fatto che siete saturi.
5. DISTURBI PSICOSOMATICI. Siamo formati da un unico organismo. Corpo… Mente… Alcuni ci mettono anche l’anima… Quel che è certo è che ogni aspetto influisce sugli altri molto più di quello che pensiamo. Se le vostre difese immunitarie ultimamente sono calate ci sono certamente mille motivi, ma considerate anche che forse il lavoro vi sta stressando più di quanto dovrebbe. Per alcuni è lo stomaco, per altri la testa, per altri ancora un esteso senso di fiacchezza: non è che il corpo vi sta dicendo qualcosa? Forse dovete cambiare lavoro?
6. SENTIMENTO DI IRRILEVANZA. Massì, tanto… Vi trovate spesso a pronunciare questa frase? Il fatto è che il lavoro che state svolgendo è molto importante per qualcuno, ma se lo è solo per il vostro datore di lavoro è un problema. O questo mestiere non fa per voi, o voi non fate per lui. Ciò capita spesso a chi lavora per accrescere un profitto altrui: se non si trovano forti motivazioni interne nella propria crescita professionale, l’entusiasmo è destinato a sfiorire. Peggio ancora se vi sentite inutili oppure se non vi riconoscete negli ideali o nel modo di agire dell’organizzazione di cui fate parte. È l’anticamera del cambiamento. A voi scegliere se ponderato e graduale oppure improvviso e dato dal non ce la faccio più.
7. LENTEZZA NELLA PERFORMANCE. Se avete perso lo smalto di un tempo, oppure se lo smalto non lo avete mai avuto, potrebbe essere che avete abbracciato un principio new age del tipo “vivi con lentezza”, con somma gioia del datore di lavoro e dei colleghi che dovranno loro malgrado abbracciare il principio del “fai velocemente ciò che non ha fatto il tuo collega new age”. Oppure potrebbe essere che siete meno motivati. Attenzione a questo indicatore.
8. CONFUSIONE ORGANIZZATIVA. Dimenticate gli impegni? Commettete molti errori? Vi sentite confusi e spesso non sapete da che parte cominciare? Sbagliare è umano, e su questo non ci piove, il vostro lavoro sarà seriamente incasinato, e qui ci sto, ma, santo cielo, valutate l’idea che forse cambiando lavoro fareste di meglio. Con cara pace del senso di colpa e una bella iniezione di autostima.
9. VENIRE MENO ALLA PROPOSITIVITÀ. Uno degli istinti di base dell’uomo, da quando è sceso dagli alberi (e ora non venite a dirmi che siete di quelli che l’uomo non deriva dalle scimmie), è quello di creare. Creare utensili, creare relazioni, creare case, creare figli, creare idee. Se di fronte ad un problema il vostro istinto di creare una soluzione è sfiorito, se non create proposte, idee, se non introducete novità, probabilmente state lavorando in maniera scialba. Probabilmente il mestiere che state svolgendo non permette al vostro istinto creativo di emergere.
10. ADERENZA FORMALE ALLE REGOLE. E detto tutto questo, aderite ancora alle regole?! Il motivo è molto semplice, o in quelle regole ci credete, ma lo escludiamo perché questo punto parla di aderenza formale, oppure avete perso la speranza di cambiare le cose. Cercate di mantenere una facciata di adesione, perché tanto non serve a niente… Anche in questo caso, e per l’ennesima volta, non è arrivato il momento di fare qualche cambiamento? Cambiare lavoro?
Se hai bisogno di supporto per capire da dove arriva il tuo malessere, come gestirlo, quali opzioni valutare e come passare all’azione, compila il form qui sotto, ti contatterò immediatamente per un primo colloquio.
Rivolgersi ad un coach professionista, in questi casi, è molto importante, cambiare lavoro non è uno scherzo.
Ad esempio, cambiare lavoro non è certo una cosa da fare a cuor leggero. Infatti tra il prendere una decisione e attuarla c’è una bella differenza! Forse si sa che quel certo lavoro non è per tutta la tua vita, ma nemmeno il mercato del lavoro è al suo meglio in questo momento. Pertanto, è bene non confondere la decisione con il momento in cui deve essere realizzata. Poi, bisogna analizzare e dare una scala di importanza al motivo per cui non si osa fare il passo: può essere per paura (mutui, figli, incertezza …), perché non si sa quello che si vuole, o perché non ci si fida ancora di una determinata azienda.
Il coaching può aiutarti a capire che cosa fare con chiarezza e come gestire la situazione.
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